Il mistero di San Bernardo

L'autunno è arrivato e con esso la festa più spaventosa dell'anno: Halloween!  Le strade si adornano di zucche intagliate, teatrali ragnatele e fantasmi che svolazzano al vento. La notte delle streghe (o delle masche – le streghe di Usseglio) è alle porte.

Che siate fan di Halloween o che detestiate questa festa non importa, le storie velate di mistero affascinano tutti… Perché non raccontarne una legata proprio al Museo Tazzetti e alla sua collezione? Niente fantasmi o streghe: la storia è comunque interessante.

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Scultura raffigurante San Bernardo conservata presso il Museo Tazzetti a Usseglio

Uno degli oggetti più affascinanti relativi alla storia di Usseglio, nonché preferiti dai visitatori del Museo, è una scultura (un altorilievo per la precisione) raffigurante San Bernardo di Mentone, o più propriamente d’Aosta. Si tratta di un’opera realizzata nel medioevo (probabilmente nel XV secolo) raffigurante il celebre Santo che dal 1923 è considerato protettore degli alpinisti e dei montanari.

Fin qui nulla di misterioso e oscuro.

Le prime tracce del mistero attorno a questo oggetto emergono però subito. La scultura proviene dalla Cappella di San Bernardo a Malciaussia, frazione di Usseglio della quale questo santo è patrono. Ogni 20 agosto si celebra una piccola festa, ma la data scelta è errata. Il 20 agosto è infatti dedicato a San Bernardo di Chiaravalle, mentre il santo alpino sarebbe da celebrare il 15 giugno.

Ritornando alla scultura, il personaggio di San Bernardo è raffigurato mentre tiene con la stola un piccolo personaggio che giace a terra. Questa figura, purtroppo, risulta fortemente danneggiata e non è immediatamente interpretabile. Confrontandola con altre rappresentazioni di San Bernardo diffuse sull’arco alpino, è però possibile concludere che si tratta del demonio o di un diavolo che viene sconfitto dal santo.

Altre raffigurazioni di San Bernardo

Interessante è poi il fatto che molte raffigurazioni del santo nei dintorni di Torino siano state intenzionalmente danneggiate in modo tale da nascondere il diavolo ai piedi del religioso. A seconda che si trattasse di una scultura o un dipinto, il demonio veniva sistematicamente coperto da una parete, cancellato, abraso, in modo da essere occultato alla vista. Il mistero si infittisce…

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Scultura raffigurante San Bernardo conservata presso il Museo Tazzetti a Usseglio

Dai lontani giorni in cui venne realizzata, pur venendo continuamente toccata e danneggiata   dai fedeli, la scultura continuò a vivere tranquilla finchè un giorno… si decise di costruire una diga a Malciaussia per la produzione di energia idroelettrica e il piccolo alpeggio a 1800 m di quota venne allagato. Un lago artificiale divenne parte del paesaggio locale. Quasi tutte le case vennero sommerse. Qualcuno racconta che ogni tanto si sentono ancora i rintocchi dell’antico campanile provenire dalle profondità del lago. Fantasmi?

San Bernardo fortunatamente rimase all’asciutto, ma non fu più oggetto di culto permanente in quanto gli abitanti del paese diminuirono drasticamente. Veniva venerato solo il 20 agosto (anziché il 15 giugno!) e poi rimaneva chiuso in una comoda scatola di legno senza che nessuno sapesse dove fosse trasportato e custodito.

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San Bernardo dentro la cassa di legno per il trasporto

San Bernardo dentro la cassa di legno per il trasporto

A questo punto, tutti gli ingredienti necessari per ideare una storia per Halloween sono a disposizione.

Alcuni “storici” del secondo ‘900 hanno espresso l’opinione che l’altorilievo fosse in realtà la rappresentazione di una “druida”, ovvero una sacerdotessa celtica nell’atto di sacrificare un bambino. Non si comprende l’origine di tale interpretazione, dati i molti documenti che evidenziavano la natura religiosa della scultura, tra cui l’incisione “S. Bernardo” e le numerose croci presenti sull’opera stessa. Anche gli abitanti di Usseglio non hanno mai avuto dubbi riguardo al fatto che San Bernardo fosse proprio San Bernardo. In aggiunta, non ci sono evidenze storiche o testimonianze antiche di sacerdotesse celtiche, in quanto tale ruolo pare fosse ricoperto solo da uomini.

Nonostante ciò tale idea piacque molto al pubblico al punto da diventare oggetto di un romanzo nel 1998. La storia potrebbe ritenersi conclusa se non fosse che, da alcuni anni, qualcuno ha ripreso a sostenere l’ipotesi che il povero San Bernardo sia in realtà una druida (femminile) celtica. Alcuni visitatori arrivano quindi al Museo speranzosi di ammirare la “druida”...  speriamo non rimangano delusi non trovando alcun riferimento ai Celti.

Dal 2015 la scultura alloggia permanentemente nella sezione archeologica del Museo Tazzetti e chiunque la può osservare (non solo il 20 agosto). È in compagnia di due importanti are romane e di due raffinate tele settecentesche. Sicuramente dorme sonni più tranquilli che un tempo, anche se qualche fantasma (o diavolo?) le gira sempre intorno.

   È probabile che San Bernardo fosse collocato in un luogo facilmente accessibile ai fedeli che frequentavano la cappella di Malciaussia. L’intera scultura è infatti coperta di graffi e di alcune scritte di diversa datazione (dal XV al XX secolo). Inoltre, è evidente un primitivo intervento di restauro del passato. In seguito al distacco del viso del santo, questo è stato riposto in posizione originaria usando del cemento e un grande chiodo.

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Rilievo delle iscrizioni sulla scultura di San Bernardo

Restituzione del rilievo stratigrafico dei graffiti presenti sulla scultura

Cronologia delle fasi:

  seconda metà XV - XVI secolo

II  XVI secolo

III  XVIII secolo

IV  XVIII-XX secolo

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